05 settembre 2013

Sancte Pie X, Sancte Patrone, ora pro nobis!


di Marco Donati

Alla conclusione del periodo estivo la nostra parrocchia ha voluto solennizzare la ripresa delle consuete attività di apostolato e liturgiche, la sera di martedì 3 settembre, con la celebrazione di una santa Messa cantata in onore del Sommo Pontefice san Pio X (1835-1914, papa dal 1903), che abbiamo scelto come celeste protettore all’inizio di questo nuovo anno pastorale in cui ricorre pure il centenario dalla morte. Papa Sarto fu straordinario propagatore e difensore della Fede cattolica nei tempi difficili che precedettero l’esplodere del primo conflitto mondiale, segnati dal diffondersi di pericolose eresie. La Santa Messa, celebrata in rito romano antico, è stata allietata dal suono dell’organo e dall’ottimo canto gregoriano dei coristi venuti per l’occasione da Castel San Giovanni e ha visto la partecipazione al servizio dell’Altare di tutti i nostri cari piccoli chierichetti, oltre che di un buon numero di fedeli. Al termine della Santa Messa tutti i presenti hanno potuto rendere l’omaggio della propria venerazione al santo Pontefice tramite il bacio della sua reliquia, che era stata anch’essa solennemente esposta in chiesa già nel corso della giornata. Nell’omelia il Parroco ha tracciato un breve profilo della vita di san Pio X, esaltando le virtù che ne hanno animato l’indefessa e coraggiosa attività apostolica, di cui ha voluto mettere in risalto alcuni aspetti peculiari, evidenziando i motivi che lo additano a patrono per noi e la nostra parrocchia anche in questi nostri difficili tempi, per molti aspetti paragonabili a quelli, non così lontani, in cui visse Papa Sarto.

La Fede è la prima e luminosa virtù soprannaturale che risalta quando ci accostiamo alla figura di questo grande e santo Pontefice: una Fede incrollabile e indefettibile, che gli era stata trasmessa dalla sua famiglia,  veneta e di umilissime condizioni, povera di mezzi materiali, eppure ricca di meriti di fronte a Dio; una Fede che sarà il suo autentico tesoro e la costante della sua vita, motivo di alacrità e fonte di zelo, l’ispiratrice di ogni azione vissuta nel confronto con e nell’adempimento della volontà divina. Ed è proprio dalla profondità della sua Fede che egli trasse i lineamenti di quello che fu il programma di azione del suo pontificato, che già tracciò nella prima Lettera Enciclica, E supremi apostolatus: “Instaurare omnia in Christo, cioè ricapitolare, ricondurre tutto alla sua unità in Cristo”, come ebbe a dichiarare il Venerabile Pio XII nella omelia di canonizzazione; ma l’unica via che conduce con sicurezza a Gesù Cristo non poteva essere, allora come oggi, che una sola: la fedeltà e l’obbedienza alla santa Chiesa.

La Chiesa fu il grande amore di san Pio X, la Chiesa fondata dallo stesso Cristo, scaturita dal suo Cuore squarciato sul Golgota e affidata a Pietro e alla successione apostolica, custode del deposito della Sua Verità e della Sua Grazia. Non è cosa possibile, infatti, servire Gesù Cristo in maniera vera e meritoria fuori dalla Santa Chiesa, che ne prolunga l’Incarnazione, il dono di Grazia, l’apostolato e il Governo fino alla fine dei tempi, quando Egli verrà per giudicare i vivi e i morti. Di questa realtà papa Sarto era ben consapevole; così il Parroco ha invitato ad amare sempre di più la Santa Chiesa perché anche noi possiamo imparare a servire e a obbedire ad essa, che è la portatrice nel mondo della immutabile e perenne Verità che è il Cristo.
Fu proprio per la difesa di questa Verità, della purezza della Fede custodita dalla Santa Chiesa, che san Pio X impegnò tutte le proprie forze nella lotta senza quartiere contro il grave pericolo rappresentato da quella multiforme eresia che va sotto il nome di Modernismo, propugnata spesso da ecclesiastici, che eliminava l’elemento soprannaturale da tutta la storia della Chiesa (teologia, liturgia e sacra scrittura), riducendo la Catholica a mero fenomeno storico, analizzabile unicamente in tale prospettiva: sostenere simili assunti comportava, pertanto, non semplicemente l’adesione e la propagazione di tesi erronee, ma costituiva un vulnus irreparabile, capace di minare in radice la Fede cattolica, portandola all’auto- distruzione. San Pio X, da autentico Pastore vigilante sul  gregge a lui affidato, seppe erigere una solidissima barriera contro tali perniciosi errori e devianze, sui quali fece piovere inappellabile condanna mediante l’Enciclica Pascendi Dominici gregis e il Decreto Lamentabili. Purtroppo - ha sottolineato il Parroco - ancora ai nostri giorni si assiste a un Neo-modernismo, a una nuova volontà dissipatrice che mina la Fede cattolica nell’elemento fondamentale della Tradizione della Chiesa, che è una delle fonti principali della Rivelazione: infatti, non c’è Verità senza Tradizione. Questo spirito di Neo-modernismo rischia di corrodere le anime dei fedeli ed intacca la nostra Fede cattolica nella sua oggettività, riducendola a un mero sentimentalismo intimista conforme soltanto ai gusti personali o alle opinioni dei singoli. In tal modo la Verità viene parcellizzata, la stessa Fede viene adattata al mondo, alcuni elementi vengono negati o misconosciuti per esaltarne altri, ponendo in atto una mortifera mistificazione che ha il venefico sapore dell’eresia: perché è un dato di fatto che la negazione di un aspetto della Verità cattolica porta a negare la Verità tutta intera. La moda e lo spirito del mondo spesso hanno soppiantato l’autentica azione dello Spirito divino, ma per discernere gli errori e stabilire sulla roccia la nostra Fede ci viene in soccorso la Tradizione della Chiesa, che ci trasmette la Verità immutabile, creduta da tutti i cristiani di tutti i tempi. Testimoniando la Verità e combattendo per essa si va sempre incontro a critiche e incomprensioni: per questo anche noi siamo invitati a prendere esempio da san Pio X, dalla sua Fede e dal suo zelo incrollabile per il bene delle anime, dal suo amore per Dio, per la Chiesa e per la Fede, anche a costo di essere scomodi e fatti bersaglio di molteplici e incresciosi oltraggi, come anche a lui, Sommo Pontefice, toccò in sorte.

San Pio X, inoltre, fu il Papa dell’Eucarestia: volle il catechismo per i fanciulli e abbassò l’età richiesta per accedere ai sacramenti, perché conosceva per esperienza le meraviglie di Grazia che scaturiscono da quel Sacramento, fonte e culmine della vita cristiana, che garantisce la reale presenza del Cristo nelle anime, il perfezionamento di tutte le virtù e che può renderci sempre più simili a Nostro Signore. L’amore per l’Eucarestia fu una costante durante tutta la vita del santo Pontefice e proprio in essa è racchiuso il segreto del coraggio e della forza che egli seppe adoperare nel contrastare le perniciose eresie del tempo mediante la sua generosa azione apostolica. L’Eucarestia costituisce infatti il dono più grande fatto da Nostro Signore ai suoi figli, fonte di ogni Grazia e consolazione.


Al termine dell’omelia il Parroco ha perciò indicato ai fedeli il programma per questo nuovo anno che si apre: amare la Chiesa, spendendosi per suo amore, nella Verità, senza timore di restare incompresi o venire giudicati; conoscere la Fede, approfondirla e difenderla contro le devianze che rischiano di annacquarla e pregiudicarla; nutrirsi sempre più della santa Eucarestia, farmaco di immortalità e pane dei forti, per essere all’altezza delle sfide che ci vengono poste. Possa san Pio X, nostro patrono per il nuovo anno, essere custode e garante di questi buoni propositi.

L'omelia di don Marino Neri può essere ascoltata integralmente qui.